La Colonia Guell è uno degli esempi più belli di recupero architettonico di un complesso industriale risalente alla fine del XIX secolo. Si trova in Spagna a circa 30 km da Barcellona e comprende l' ex tessitura, la zona residenziale e la cripta della chiesa incompiuta di Antoni Gaudì. Tutto il complesso è stato dichiarato dalla Spagna Sito di interesse storico ed artistico. In origine la tessitura era di proprietà della famiglia Guell che costruì attorno alla fabbrica il villaggio operaio e la chiesa. Gaudì venne chiamato per la chiesa che non completò fermandosi alla cripta.
Colpisce per la sua struggente bellezza e semplicità, è il prototipo della Sagrada Famiglia e di questa ha tutti i caratteri salienti. E’ l’ultima opera che tiene impegnato Gaudì prima della sua reclusione volontaria nella visione e nella costruzione della Sagrada Familia. Güell si rivolge a Gaudì per il progetto di urbanizzazione di una nuova colonia operaia, che avrebbe dovuto comprendere abitazioni, servizi, negozi e chiesa; l’architetto delega quasi interamente l’incarico al suo assistente e amico Francesco Berenguer, conservando per sé soltanto la progettazione dell’edificio religioso su un’altura boscosa ai margini dell’abitato. I lavori iniziano nel 1908, procedono alacremente fino al 1914 per poi rallentare e interrompersi definitivamente nel 1916, lasciando compiuta la sola cripta dell’edificio religioso. La caratteristica rilevante di quest’opera è rappresentata dalla sperimentale metodologia ideativa, impiegata da Gaudì per superare l’impianto statico della chiesa gotica e quindi eliminare contrafforti e archi rampanti, ricorrendo a forme ed elementi strutturali tali da assorbire tutte le sollecitazioni (di sola compressione). Partendo dai soli schizzi preliminari, Gaudì verifica l’idea strutturale, e quindi plastica, attraverso la costruzione di un modello funicolare che nulla ha a che vedere con i consueti modelli in legno o gesso della tradizione architettonica: una serie di fili di canapa sospesi al soffitto per i due estremi, caricati di piccoli sacchetti di sabbia di peso proporzionale a quello che dovrà sopportare la struttura.
"In tal modo si delinea la forma logica, nata dalla necessità" commenta Gaudì: necessità dettata da una curva, la funicolare, non astratta ma geometricamente naturale. Una ventina di immagini, tra bellissime fotografia del modello funicolare ed espressivi schizzi dipinti a guazzo sulle foto, rimangono a testimoniare quale sarebbe dovuta essere la configurazione esterna e interna della chiesa: un’esplosione di alte guglie attorno a una cupola centrale rivestite di ceramiche dai colori squillanti. Le strutture eseguite da Gaudì nella colonia Güell consistono nella cripta vera e propria, costituita da una sorta di deambulatorio che corre attorno al nucleo centrale in cui è collocato l’altare, e nell’antistante portico, che superiormente avrebbe dovuto servire da sagrato alla chiesa non realizzata.
Così i muri e le colonne di sostegno sono inclinati, come frammenti geologici appena emersi e spontanea prosecuzione del vicino bosco; direttamente sorgenti dal suolo primordiale e realizzati secondo un’ampia varietà cromatica e chiaroscurale, in modo che l’integrazione con la vegetazione circostante appaia perfetta.
La cripta della colonia Güell nasce, cresce e si sviluppa in aderenza alla natura e alle sue matematiche regole, perché "coloro che ricercano le leggi della Natura per formare nuove opere, collaborano con il Creatore; i copisti non collaborano". Astrazione spiritualistica e ossessione naturalistica convergono nella volontà e nella redenzione espressiva dei materiali, nella catarsi della materia: i mattoni utilizzati sono di scarto, "bruciati"; le grate delle finestre sono formate dall’assemblaggio di aghi usati, provenienti dalle macchine tessili della fabbrica della colonia. Il recupero del complesso industriale è stato fatto rispettando l'uso originario dei capannoni che sono tutt'ora usati per fini industriali. Non più una grande tessitura ma piccole realtà artigianali ed industriali.
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